Viviamo in una società che convive ogni giorno, da otto settimane, con la morbosa preoccupazione di sapere quanti morti ci sono al giorno e non di sapere come stanno i vivi.

Scrivo oggi questo articolo, perché ho un profondo rispetto per la Vita e per la salute delle persone ma ho la sensazione che sono stati accantonati i bisogni e i diritti dei più deboli: i bambini. Come mai siamo arrivati a dimenticarci di loro?

Abbiamo circa 8 milioni di bambini in Italia, in età compresa da 0 a 14 anni, che da marzo non frequentano asilo, scuole materne ed elementari e medie e sono in una fase di sviluppo delicata; la maggior parte di loro ha sicuramente genitori attenti che evitano loro gli effetti collaterali di una “guerra” il cui il pericolo è rappresentato dal bombardamento mediatico che si diffonde, come un gas invisibile, e nutre allarmismo, e fa aumentare la percezione del pericolo di morte e del rischio di contagiare e di essere contagiarti.

A tutto questo si aggiunge, l’obbligo di osservare un isolamento estremo, che non consente di liberare le tensioni, le emozioni negative, e i brutti pensieri. I bambini che sono a abituati a correre, saltare, a fare attività sportiva, si sono ritrovati prigionieri. Abbiamo dimenticato che restando chiusi a casa, per troppo tempo, tutti i bambini sensibili e fragili, subiranno in futuro gravi ripercussioni sulla loro salute.

Se poi, non viene spiegata loro, la situazione che si sta vivendo perché gli stessi genitori fanno fatica a comprenderla, a causa della comunicazione poco chiara, spesso incoerente, (siamo il 1° Paese bloccato dal Virus e saremo forse l’ultimo a ripartire) che ritiene responsabili i cittadini e li punisce tutti, soprattutto se sono sani e pretendono di uscire.

Vi invito a considerare che nei bambini sarà naturale, attivare e nutrire quel senso di colpa, che nasce dal dover restare a casa se siamo bravi, e ascoltiamo cosa ci dicono i dottori e la minaccia che succede qualcosa di brutto a noi e a chi vogliamo bene se non osserviamo il divieto di uscire, di andare a scuola, di giocare con altri bambini, di giocare nel parco, e di non andare a trovare i nonni, perché gli possiamo trasmettere il virus.

È importante non “scaricare” la colpa sulle persone sane e in particolare sui bambini, considerandoli “portatori di malattia” se non addirittura peggio “portatori di morte” perché questi messaggi più o meno diretti, attivano pensieri, disagi fisici e disfunzioni relazionali molto gravi con effetti collaterali visibili nel lungo tempo.

Tutti sappiamo quanto i bambini siano bravissimi a prendersi le colpe, (anche quando non ne hanno) e, mi permetto di insistere prima di tutto come genitore e poi come professionista del Benessere Olistico, nel comprendere quanto sia fondamentale spiegare con sincerità e semplicità quando co sono lutti in famiglia, che il nonno o la nonna non sono morti per colpa sua, né per colpa del virus o dei dottori.

Spiegate loro che le persone anziane se hanno altri problemi di salute non riescono a combattere tante malattie tutte insieme e che quando si diventa vecchi, è normale morire se si è deboli. In base all’età è possibile aggiungere dettagli più specifici. Ma ripeto, è della massima priorità spiegare che i bambini non muoiono a causa del Coronavirus e che non fanno morire altre persone.

Colgo l’occasione per esprimere la mia vicinanza a tutti coloro che hanno perso una persona cara in questo difficile periodo e a tutti gli operatori sanitari e ai volontari che hanno fatto del loro meglio lavorando in condizioni estreme, pur di sostenersi fra colleghi, facendo straordinari e rinunciando in tanti casi ai giorni di riposo e al poter ritornare a casa. Ho ascoltato addirittura testimonianze di chi ha rinunciato a stare con la famiglia per due mesi, per non correre il rischio di contagiarli.

Esprimo inoltre la mia vicinanza a tutti i genitori che hanno figli piccoli o con disabilità e, dopo due mesi si ritrovano ancora da soli e senza un reale sostegno economico o di supporto assistenziale nel gestire figli con esigenze complesse, se coinvolti dallo spettro autistico.

Fortunatamente nella maggioranza dei casi i bambini hanno uno spirito di adattamento che supporta anche i cambiamenti rapidi, ma quanti genitori, sono riusciti ad offrire serenità ed equilibrio in un clima socio-economico e sanitario di tensione, instabilità, insicurezza?

Separarsi dai nostri cari è un evento sempre doloroso e drammatico, e per noi italiani, ad aggiungere tormento ci ha pensato il signor Conte, il Presidente del Consiglio che per il nostro bene ha negato a migliaia di famiglie la possibilità di accompagnare alla morte chi ci ha dato la vita o una persona con cui abbiamo vissuto la nostra vita affettiva e sentimentale, non ha offerto la possibilità di scegliere se lasciarli morire in totale abbandono o salutarli per l’ultima volta con un sorriso, uno sguardo, una carezza o con un bacio.

Ma torniamo ai bambini. Ho alcune domande che da tempo mi porto dentro e che vorrei condividere.

  1. Secondo voi in quale clima familiare cresceranno questi bambini?
  2. Dopo due mesi di isolamento forzato senza poter giocare con altri bambini, vivendo con genitori più stressati, più ansiosi, più preoccupati e frustrati del solito, chi si fa garante del loro benessere e della loro salute?
  3. Chi si è preoccupato di proteggerli dalle famiglie in cui le violenze domestiche erano già presenti in condizioni di normalità?
  4. Chi si è preoccupato delle conseguenze di un mancato supporto psicologico in un periodo ancora più critico e invece di intensificarlo lo hanno abolito per sicurezza?
  5. Come mai nel 99% delle news e dei provvedimenti non hanno menzionato i bambini e le relazioni affettive?

Forse i bambini, come anticipavo prima, sono stati considerati superficialmente soggetti non a rischio ma portatori di rischio. I cosiddetti “untori” un termine brutto da scrivere ma che rispecchia con tutto il suo orrore una verità discriminatoria e scomoda.

Ad oggi, ho letto pochissimi articoli e non mi risultano esserci state trasmissioni o programmi TV per offrire due parole per aiutare i genitori a sostenere questa emergenza o che spieghi loro in che modo informare i loro figli piccoli. Questo link e il video a fine articolo vi consente di leggere e ascoltare in che modo affrontare il tema Tabù come la malattia e la morte.

A me arriva la volontà esplicita di considerare i bambini un veicolo di virus e batteri, ritenuti soggetti pericolosi che si mettono le dita nel naso e in bocca e poi toccano tutto e quindi meglio tenerli chiusi in casa, come si faceva 100 anni fa con i portatori di handicap.

Non ha importanza in quale clima familiare (spesso violento) sono costretti a vivere questi bambini: la cosa più importante è che restino a casa chiusi, per non fare del male a nessuno! Non ha importanza se poi saranno loro a subire conseguenze fisiche e psicologiche. Andrà tutto bene.

E se non avranno sviluppato in questi mesi la fobia del contagio, quando riprenderanno a settembre le attività scolastiche e ricreative, in che modo potranno giocare, studiare, se dovranno restare distanziati e non saranno previsti giochi di gruppo?

Immaginate una scuola materna in cui sarà vietato toccarsi, abbracciarsi, sia con altri bambini che con le maestre. Io mi rifiuto di immaginare che il futuro di questi bambini sarà privo di contatto fisico! ….Ma allora la Storia e la Scienza non ha insegnato nulla?

Mi domando a cosa sono serviti gli esperimenti dei primi del 900 che hanno documentato quanto sia fondamentale per i bambini fin dai primi mesi di vita ricevere coccole e interazione. Vi invito a leggere questo articolo 👇 cliccando il link se non avete sentito parlare: scoprirete che l’essere umano può essere nutrito, ma rifiuterà la vita se gli verrà negato il contatto umano.

Vorrei proprio sapere come si possono ignorare le ricerche del Dottor Spitz e gli studi del Dottor Bowlby, sulla deprivazione affettiva e come si possa ignorare anche senza aver studiato, che ogni bambino ha bisogno di relazionarsi sul piano affettivo perché l’affettività, permette di costruire relazioni durature nel tempo.

Mi domando in che modo questa generazione di bambini riuscirà ad elaborare questa violenza psicologica che nasce non solo dalla privazione del contatto ma del sentirsi responsabili se la mamma o il papà sono nervosi, tristi, disperati. Mi domando quanto danno possa fare, dover crescere sapendo che si è sani ma che si può causare del male ad altre persone, o persino di aver fatto ammalare i propri genitori, o pensare addirittura di aver fatto morire i propri nonni.

E ai bambini con disabilità? Se erano stati privati di molte occasioni di gioco e di integrazione con i coetanei, fuori dal contesto scolastico, mi domando in che modo sopravviveranno a questo ulteriore distanziamento?

In che modo i bambini e gli adolescenti con disabilità fisiche congenite, vivranno il distacco sensoriale con gli assistenti domiciliari? Almeno prima potevano essere toccati, adesso sono privati anche di una carezza o di un bacio, perché chi li assiste è obbligato ad usare guanti, camici di protezione e doppia mascherina, per non compromettere la loro salute.

  • Secondo voi cosa sceglierebbe, la protezione e la sicurezza accettando il distanziamento, oppure l’Amore e la vicinanza, con il rischio di ammalarsi?
  • E una Madre secondo voi lascerebbe lontano da sé il suo bambino malato per non ammalarsi?
  • I bambini che vivranno mesi con la mascherina e i guanti, senza potersi toccare gli uni con gli altri, come vivranno le relazioni durante l’adolescenza?

A queste e a tante altre domande è necessario trovare delle risposte compatibili per conciliare la sicurezza, i bisogni educativi e affettivi, per dare importanza e valore alla socializzazione e all’istruzione.

Ci vorrebbe il buonsenso e la sensibilità di guardare nella propria Coscienza e con ottimismo considerare e misurare i pro e i contro di scelte che oggi si fanno solo ed esclusivamente per garantire sicurezza e controllo. Chi ancora non si è chiesto quanto sia pericolosa la paura della paura rispetto al reale pericolo di prendere un influenza (che oggi ha una cura già sperimentata), invito a leggere questo articolo in cui parlo proprio della 👉 Paura della Paura.

Vorrei ricordare che i bambini di oggi sono il nostro futuro e avremo bisogno di adulti equilibrati quando noi saremo vecchi e, una società etica dovrebbe fare prevenzione prestando maggiore attenzione, oggi più che mai, in quale ambiente crescono e quali informazioni raccolgono. Sottovalutare il loro benessere e la loro salute psichica ed energetica oggi, significa che dovremmo prepararci a constatare i disagi che si manifesteranno fra qualche anno sullo sviluppo psico-emotivo e relazionale e probabilmente a livello fisico svilupperanno malattie autoimmuni e psicosomatiche.

Forse dovremmo fermarci e domandarci se durante le epidemie, le manifestazioni di affetto sono così nocive come vogliono farci credere. L’Amore ha vinto su tutto. SEMPRE. Perché oggi difronte a questa pandemia dovrebbe essere diverso?

Un Abbraccio Cosmico

AnnA❣