Il mio Nome e quello del mio Assistito saranno associati ad una prima Rivoluzione culturale, sociale e sessuale in Italia, perché per la prima volta c’è stato un Progetto grazie all’Associazione Love Giver in collaborazione con la Privata Assistenza che ha reso possibile un tirocinio per accompagnare una persona con tetraparesi congenita, che alla soglia dei 40 anni aveva richiesto un supporto per vivete un primo approccio teorico ed esperenziale con una donna.

Questo percorso esperenziale, il primo in Italia è stato possibile perché dal 2013 il Comitato Love Giver, fondato da Max Ulivieri e il Professor Quattrini si sono impegnati attivamente sia per far approvare un DDL (disegno di Legge) che di promuovere un corso do formazione che riconoscesse la figura professionale OEAS, ovvero l’operatore all’emotività all’affettività e alla sessualità delle persone con Disabilità.

Oggi ho il piacere di scrivere questo articolo per informarvi che il Primo Convegno avvenuto il 22 Febbraio 2019, nella bellissima Location della Rocca di Sala Baganza in provincia di Parma, è stato un evento eccezionale, perché ho potuto raccontare ai presenti cosa significa essere una “Assistente sessuale”.

È stato organizzato per divulgare informazioni corrette su un tema Tabù e per offrire l’opportunità ai presenti di far conoscere l’importanza dei bisogni affettivi, emotivi e sessuali delle persone com Disabilità, ricordando che prima che disabili sono persone e che come ogni essere umano ha bisogno di vivere una vita con uguali diritti.

Prima del convegno il giornalista della Gazzetta di Parma mi ha intervistata e se vi fa piacere ascoltere a quali domande ho risposto, aumentate il volume del vostro audio perché purtroppo la registrazione ha un volume basso. 👇

Ci sono “Bisogni Primari” enunciati dalla Legge di Maslow e menzionati alla base della sua Piramide, che non dovrebbero essere negati. Parliamo di affettività e sessualità. Grazie all’impegno dell’associazione Love Giver che, dal 2013 si sta battendo affinché lo Stato italiano prenda una posizione, mi auguro che non continui ad ignorare il disegno di Legge che Max Ulivieri ha presentato in Parlamento.

Tutti gli esseri umani hanno, fra i bisogni primari l’esigenza di vivere l’affettività e la corporeità nelle relazioni interpersonali che comprendono anche l’intimità e la sessualità.

Questo bisogno è un diritto riconosciuto anche dalla Costituzione Italiana che prevede uguali condizioni di dignità fra le persone. Inoltre alle persone disabili questo diritto è stato riconosciuto dal 1985, anche dall’ OMS (Organizzazione Mondiale della Salute), tuttavia nella pratica questo diritto viene negato.

Viene negato dai genitori non solo per ignoranza, riconosco la buona fede di un genitore protettivo che teme che l’amore e il sesso possano far soffrire il proprio figlio o la propria figlia. Si teme che il loro potenziale innamoramento, ma soprattutto la delusione di essere respinti o lasciati, aggiunga altra sofferenza.

E quindi per evitare di far soffrire i propri figli, fanno im modo di evitare che possano vivere queste situazioni e, poiché hanno il potere di scegliere e influenzare la loro libertà e privacy, fanno in modo di ignorare l’argomento e le loro richieste, nella speranza che quella “fase” sia transitoria.

La nostra cultura, non è ancora preparata a parlare liberamente di argomenti intimi come la sessualità e la disabilità con disinvoltura. Sono argomenti Tabù e i luoghi comuni intrisi di false credenze e pregiudizi, tendono a far immaginare le persone disabili come Angeli asessuati, impossibilitati a vivere esperienze sessuali e a poter avere una persona che li ami e che possa considerare una progettualità di coppia con loro.

Probabilmente si pensa che una paralisi del corpo impedisca automaticamente le sensazioni, le emozioni, le pulsioni e connessi alla corporeità e all’affettività.

Come se la Disabilità si estendesse non solo alla capacità di movimento ma alla capacità di amare e di provare quelle emozioni, sentimenti, desideri, e fantasie erotiche che ogni uomo e ogni donna vive a partire dall’età evolutiva.

E questa convinzione diffusa alimenta ancora di più la complessità di una esistenza già fin troppo limitata. E così per molte persone, come per Matteo (il mio Assistito) si ritrovano per decenni a reprimere e inibire bisogni, emozioni e desideri. E talvolta se non si ha il coraggio di lottare e di imporsi, si è destinati a vivere nella sofferenza e nella solitudine perché etichettati incapaci di amare ed essere amati.

Il percorso Love Giver mi ha portato nella vita di Matteo, che a 40 anni si è ritrovato privo di un percorso esperenziale che avrebbe dovuto iniziare fin dalla preadolescenza, come accade per tutti. Questa esperienza mi ha fatto esplorare una realtà che ignoravo e che immagino, sia comune a molte altre persone disabili.

Mi sono domandata spesso in quei mesi come sia stato possibile per Matteo, non riuscire a comunicare i propri bisogni e i propri desideri affettivi e sessuali e la risposta probabilmente è connessa alla mancanza di fiducia e di valore che si ha per se stessi. Il mio Tutor , il Prof Quattrini, mi ha seguita a distanza e dopo ogni incontro scrivevo una relazione in cui raccoglievo le informazioni e le sensazioni.

Ho avuto anche dei dubbi e ricordo che da esperto sessuologo mi disse con mio grande stupore, che non solo le persone disabili riescono a privarsi addirittura volontariamente del piacere orgasmico!

Ci si può considerare intelligenti e simpatici, laureati e con un’attività lavorativa ma, se non hai costruito fin dall’adolescenza un livello esperenziale sul quale costruire le basi per una relazione con te stesso e con gli altri, ti ritrovi adulto solo anagraficamente.

Il mio Assistito, immaginava di poter vivere relazione di coppia, ma era totalmente bloccato dai rifiuti che riceveva ogni qual volta cercava di affrontare l’argomento e manifestava i suoi sentimenti. Avendo perso la fiducia in se stesso, e le risorse per fare i primi passi verso il genere femminile, era afflitto da dubbi e timori per la mancanza di un confronto empatico ed educativo nella sua sfera intima ed affettiva.

Grazie alla richiesta di Maria Di Francisca di Privata Assistenza al Comitato Love Giver, è stato possibile intraprendere per Matteo un percorso di Assistenza sessuale che è iniziato a maggio ed è finito a Dicembre 2018.

In questi mesi abbiamo avuto 10 incontri durante i quali abbiamo avuto modo di conoscerci e aver offerto l’opportunità di parlare e di essere ascoltato senza muri e senza pregiudizio. Ho conquistato la sua fiducia e siamo riusciti a raggiungere negli ultimi incontri quell’intimità con molta naturalezza, ed è stato bello sentirsi dire che non provava vergogna durante la sessione in cui, per la prima volta, alla soglia dei 40 anni ha sperimentato la sensorialità del suo corpo attraverso le mie mani.

Forse non ci crederete… ma una persona disabile può raggiungere i 40 anni accudito e amato dalla famiglia che offre le cure e l’igiene per mantenere integra la sua dignità, e il proprio corpo viene vissuto solo in relazione all’essere lavato, asciugato, vestito, manipolato da un fisiotetapista ma non conosce il tocco e una carezza.

Il mio Assistito non sapeva cosa significasse essere visto e accarezzato da una donna che vedesse in lui l’uomo e non il suo handicap. Una donna che lo ha spogliato con lentezza e delicatezza. Che ha usato non solo le dita ma anche un foulard e un ventaglio per aiutarlo a sperimentare la sua corporeità e il tocco differente.

Ha potuto sperimentare la differente sensazione e lasciarsi andare a vivere piacevoli stimoli sensoriali che il suo corpo pur essendo tetraplegico potesse vivere a fior di pelle.

Matteo ha sperimentato cosa significhi essere guardato da una donna che non teme la sua diversità e ad essere stato abbracciato amorevolmente nella sua nudità dimenticando di non essere disabile ma un “uomo come tutti gli altri anche se non muove le gambe”.

👉 Cliccando qui potrete guardate la puntata andata in onda su Rai 3 che vede me e il mio Assistito protagonisti di un film documentario grazie alla mini serie TV chiamata “Il Corpo dell’Amore”. A fine pagina invece potrete ascoltare il mio intervento che dura 15 minuti.

Anna ❣