😊Prima di entrare nel vivo dell’argomento, ci tengo a precisare che mi occupo di Sessualità da oltre 10 anni, e di Disabilità solo da due anni.

Mi sono dissociata dalla Love Giver interrompendo la formazione come OEAS il 4 novembre del 2019.

Sono una Consulente Olistica, disciplinata ai sensi della Legge 04/2013 specializzata in Tecniche Energetiche e nel Benessere psicofisico, principalmente attraverso il Massaggio Zen e Kundalini.

Sono una insegnante di Tantra e l’esperienza che ho acquisito in questi anni, unita alla competenza di Life Coach Relazionale, mi consente di offrire un supporto sia nei disagi della sfera energetica e sessuale che nelle dinamiche relazionali.

😅Per quanto riguarda la sessualità in relazione all’Handicap, non ho ancora ben compreso se sono stata io ad entrare nel Mondo della Disabilità… Oppure la Disabilità è entrata a far parte della mia Vita.❣

Di certo, da quando nel 2018 sono stata la prima Assistente Sessuale in Italia ad aver intrapreso il Tirocinio (come OEAS in formazione) con un ragazzo disabile, c’è stato un grande cambiamento nella mia Vita.

Aver verificato di persona quanto la Disabilità neghi, nella maggioranza dei casi, la possibilità di scegliere quando, come e con chi avere un’esperienza affettiva ed emotiva, prima ancora che sessuale, mi ha sorpresa tantissimo.

Sinceramente non credevo che le persone disabili riuscissero ad avere solo frequentazioni amicali. Inoltre ho scoperto che nelle relazioni sociali avvertono spesso che la loro presenza fa scaturire disagio, e tavolta questo disagio si traduce in atteggiamenti freddi, oppure ostili o di indifferenza.

Fino a qualche anno fa, non sapevo che ci fossero uomini e donne che arrivassero in età adulta (40-50 anni) senza aver sperimentato un contatto affettuoso o intimo con l’altro sesso, a causa del loro aspetto fisico.

Intanto bisogna fare una distinzione fra persone che vivono con una Disabilità congenita, e chi la vive in seguito ad un incidente o ad una Malattia. Le persone disabili a cui mi riferisco, fin da piccole, hanno dovuto convivere con una malattia o un handicap.

Vi sembrerà impossibile, eppure per la maggioranza di queste persone, i gesti affettuosi come tenersi per mano, ricevere e dare un bacio, un abbraccio, provare il calore e l’emozione di un corpo a corpo con un’altra persona, non lo hanno mai provato!!

In Italia, rispetto ai Paesi del Nord Europa, sia la Disabilità che la Sessualità sono argomenti Tabù e, quando se ne parla, solitamente si tende ad omologare le persone disabili in 3 categorie stereotipate.

  • La prima prevede che le persone con Handicap non abbiano alcun bisogno di vivere esperienze sessuali.
  • La seconda, prevede che solo gli uomini abbiano la necessità di vivere la sessualità.
  • La terza prevede che il bisogno principale, preveda una qualsiasi pratica che porti l’uomo disabile al piacere orgasmico.

In queste tre categorie menzionate sono totalmente escluse le donne e, soprattutto sono esclusi i bisogni di affettività e di intimità, che sono le basi per vivere la sessualità, a prescindere dalla disabilità, dall’identità di genere e dall’orientamento sessuale.

La sessualità dovrebbe essere per tutti una libera scelta; ed invece per le persone disabili, è ostacolata fin dall’adolescenza sia da convinzioni errate e Tabù, che dalla mancanza di autonomia e privacy.

La corporeità per chi ha deficit motori, viene vissuta soprattutto in relazione alle cure mediche o igienico-sanitarie.

In questo video parlo di negazione della sessualità nella Disabilità con la Professoressa Francesca Rossi, che sta conseguendo una seconda Laurea in Psicologia che mi ha intervistata per raccogliere informazioni e testimonianze dirette per la sua Tesi.

La realtà che vivono molte persone con handicap fisici, che hanno acquisito la capacità di autoaffermazione e autodeterminazione è quella di cercare la prima esperienza erotica e sessuale, rivolgendosi alla prostituzione e, fortunatamente chi riesce ad usare internet, ha la possibilità di trovare un Gigolò o una Escort.

Purtroppo siamo abituati agli stereotipi di bellezza che escludono la diversità, e quando si ha un handicap, si ricevono molti più rifiuti, addirittura da chi offre il proprio corpo in cambio di denaro.

Nella maggior parte dei casi, quella strada si è rivelata deludente, per due motivi.

  1. Si può ricevere un rifiuto, anche da chi offre il proprio corpo in cambio di denaro, solo per il proprio aspetto fisico.
  2. Nel caso si avesse la fortuna di essere accettati, le persone si sono sentite trattate come “oggetti”, riferendo di aver ricevuto una prestazione sessuale sbrigativa, in cambio di denaro.

Ritornando all’Assistenza Sessuale Olistica, chi richiede il mio supporto, cerca principalmente accoglienza, per ricevere un rapporto umano di sincero e affettuoso ascolto e, un contatto fisico.

Essere ascoltati, e parlare della propria situazione personale, dei propri desideri e di alcuni dubbi che tormentano la propria esistenza, è il bisogno primario di tutte le persone disabili che sono state considerate, (a cominciare dai loro genitori), fin da piccole, asessuate e incapaci di poter avere una relazione affettiva e sessuale.

Dalle testimonianze che ho raccolto in questo ultimo anno, ho verificato che in molti casi l’equazione Assistenza Sessuale = Prostituzione veniva considerata sia dalle persone disabili che dalle famiglie, come una strada da evitare, perché non era esattamente ciò che cercavano.

Le informazioni poco chiare, il film “The Session” e, il riferimento all’Assistenza sessuale all’estero, (che prevede il rapporto sessuale completo), quando ero OEAS in formazione, mi obbligava a dover fare chiarimenti continui sia nelle interviste che durante i contatti che ricevevo via mail.

Oggi a distanza di alcuni anni, e con l’ esperienza fatta direttamente sul campo, ho scritto questo articolo per aiutare a comprendere un pochino di più, il Mondo della Disabilità che, visto dall’esterno non è esattamente ciò che sembra.

L’Assistenza sessuale Olistica che propongo alle persone disabili vuole distinguersi, dalla classica Assistenza sessuale, proprio perché negli ultimi mesi, ho compreso l’importanza di trasmettere un messaggio chiaro e senza possibilità di equivoci, soprattutto perché può essere rivolto anche a ragazzi e ragazze minorenni.

Il mio supporto teorico ed esperenziale, per quanto riguarda la Corporeità, prevede l’educazione all’affettività e all’intimità attraverso carezze, baci abbracci e massaggi non finalizzati al piacere orgasmico.

Il mio lavoro è rivolto a sensibilizzare in primis i Genitori, gli Insegnanti, i Terapeuti e le Associazioni a non fare discriminazioni, giudicando e limitando una persona nelle relazioni socio-affettive per l’ Handicap e non per le potenziali risorse e capacità di vivere la Vita, contemplando anche esperienze sentimentali e sessuali.

Il Primo Passo prepara in tal modo al corteggiamento e, ad una maggiore sicurezza di approcciarsi all’altro, perché fa acquisire la consapevolezza che la causa di una mancata relazione, dipende dalla propria inesperienza e autodeterminazione e non dal proprio aspetto fisico.

Vi ringrazio per avermi letto, e chi fosse interessato ad approfondire ed eventualmente a propormi collaborazioni professionali sarò ben felice di apportare il mio contributo.

Un Abbraccio Cosmico

Anna❣