La parola Disabile o “Diversamente abile” per la maggioranza delle persone, si associa chi ha malformazioni fisiche o intellettive tali da non poter fare tutto ciò che vogliono per cui sono destinati ad avere una vita limitata e condizionata. Ma è davvero la malattia la causa delle limitazioni e dei  condizionamenti?

 

Dopo aver avuto l’opportunità di osservare e ascoltare i racconti di chi è nato con malattie degenerative, come la tetraparesi spastica, sostengo che i bambini e le famiglie se informati, sostenuti e guidati nel superare in primis i limiti dovuti ai pregiudizi e alle diagnosi mediche, avranno molte più possibilità di riuscire a fare le stesse attività di chiunque altro. Il segreto consiste nel credere che è possibile realizzare l’impossibile e intraprendere azioni mirate con continuità e determinazione; è necessario non arrendersi alle prime difficolta: chi si applica per trovare  modalità ingegnose, impiegherà maggior tempo e maggior impegno ma  otterrà gli stessi risultati di chi ha braccia  e gambe e poter muoversi in autonomia.

Prima di entrare nel vivo di questo articolo è giusto che io faccia una premessa, sottolineando che ho la convinzione che tutti nasciamo con un preciso scopo da realizzare nella Vita, e che al concepimento,  riceviamo una “valigetta con gli attrezzi” che ci permette grazie alle qualità, ai talenti naturali di fare esperienze straordinarie in grado di farci fare cose impossibili, nonostante  ci sia chi ci scoraggia e ci dissuada dal prendere iniziative e portare avanti progetti per realizzare sogni o soddisfare  i nostri bisogni.

Secondo la mia visione olistica, il CASO NON ESISTE, e la Vita stessa non è frutto di coincidenze casuali. Madre Natura ci insegna che Tutto è perfetto così com’è, pertanto è necessario “ricordare” come mai abbiamo deciso di nascere e scelto di fare esperienze difficili, superare sfide incredibili in questa esistenza terrena. Questo vale in modo particolare per le Anime che hanno scelto quella determinata famiglia per sperimentare  la malattia o la disabilità fin dalla nascita.

Naturalmente bisogna partire dal presupposto che le Anime scelgono di fare esperienza in un corpo perchè si considera la Terra una Scuola, in cui gli “esami” sono rappresentati dalla modalità in cui si superano le difficoltà e tutti gli ostacoli sono le lezioni per evolvere e acquisire maggior Conoscenza e Consapevolezza, che andranno ad arricchire dopo ogni esperienza terrena, la Coscienza Universale.

Questa affermazione non sarà semplice da capire subito, vi chiedo di intuire, per “comprendere” utilizzando non solo la logica, ma la ragione del Cuore. Voi non potete immaginare quali grandi lezioni, siano venute ad insegnare e ad imparare al tempo stesso, le Anime che hanno scelto di convivere con un Handicap la loro Vita.

Se dovesse capitarvi, di conoscere uomini, donne e bambini che hanno avuto incidenti mortali e sono sopravvissuti oppure coloro che nonostante siano venti al mondo con disabilità fisiche, vivono la loro esistenza con serenità e manifestano gioia di vivere, vi invito ad osservare i loro occhi:  riuscirete a dare un senso alle mie parole.

Coloro che  convivono con la disabilità, se hanno scelto una famiglia in grado di dare valore alle loro risorse e non alle loro menomazioni, possono raggiungere risultati eccellenti in qualsiasi cosa. Naturalmente è necessario che  l’equipe medica abbia una preparazione olistica e, i care giver, gli educatori, gli insegnanti e soprattutto i genitori, si impegnino giorno dopo giorno nel vedere oltre la disabilità, affinchè possano far emergere le potenzialità nascoste, e imparare a non sostituirsi in tutto e per tutto.

Quella bambina che vedete nella foto se avesse avuto chi le dava da mangiare e non avrebbe permesso al suo ingegno di emergere e di sviluppare modi alternativi, non avremmo avuto l’opportunità di guardare qualcosa di impossibile. Spesso il limiti sono nella testa di chi non vede altre soluzioni ed invece sarebbe opportuno iniziare ad avere una maggior fiducia nelle risorse e nelle motivazioni interiori dei loro figli, per poterli sostenere e stimolare affinchè possano guardare con i loro occhi i progressi e vedere come una vita privata della capacità motoria si trasformi in un capolavoro, nonostante l’handicap.

Inoltre va ricordato che grazie alle persone con handicap fisici, ci sono ingegneri, informatici che sviluppano sistemi tecnologici, digitali e inventano strumenti, attrezzi, protesi e un’infinità di stratagemmi per riuscire a fare le stesse cose, per chi non cammina, non vede, non parla, in modo da eliminare il divario e offrire  maggiori possibilità, e pari opportunità.

In più occasioni posso affermare di aver incontrato persone “Super Abili”  e non “Disabili”, dovrei infatti parlare di persone INSUPERABILI !!! Ecco perché andrebbero premiati e non penalizzati coloro che convivono con handicap o malattie invalidanti. Ed invece il primo ostacolo, molto spesso è rappresentato proprio dai genitori, familiari e amici, per poi estendersi al personale medico e assistenziale, alle scuole, alle associazioni  che instillano e alimentano dubbi, ansie, e sensi di colpa che le influenzano al punto da vivere una vita passiva, senza stimoli e senza aspettative. Una Vita nella quale non sviluppano il loro potenziale perché nessuno ha valorizzato le risorse al di là dell’handicap!! Una vita povera di Spirito (Energia) sarà una Vita triste e faticosa, nell’attesa che si esaurisca.

Ho ascoltato molte testimonianze da quando ho fatto la prima Assistenza sessuale in Italia, e vi posso assicurare che molti genitori invece di incoraggiare i propri figli, a credere in se stessi e, ad offrire loro più opportunità, esperienze e attività, li iperproteggono per paura che possano  innamorarsi e fare esperienze dolorose li privano addirittura del dialogo, quando si tratta di richieste che riguardano la sfera affettiva e sessuale, illudendosi che, evitando l’argomento, i figli possano rinunciare e reprimere i loro desiderio di amare ed essere amati. Condivido questo messaggio ricevuto su Messenger, per darvi un piccolo assaggio di cosa significhi avere una famiglia che non accoglie le richieste e i bisogni affettivi del proprio  figlio.

Questo primo screenshot che ho selezionato dalle numerose richieste che ricevo. vi offro l’opportunità di cogliere una avete avuto modo di raccogliere una testimonianza dalla quale emerge il bisogno di parlare, di essere ascoltati e il desiderio profondo di vivere un primo contatto fisico che non significa “fare sesso”. Molti uomini arrivano in età adulta senza aver sperimentato un incontro affettivo e vissuto una relazione intima con l’altro sesso e desiderano poter avvicinarsi ad un corpo femminile nella loro genuina ricerca di esperienza erotica e sensoriale.

In questo secondo screenshot, ricevuto una settimana fa, emerge un desiderio di un uomo che arriva in età adulta domandandosi come possa fare un’esperienza che non è sessuale ma affettiva, richiede un contatto fisico, e non viene accolta dalle donne  che incontra, perché nella  maggioranza dei casi la disabilità crea disagio e non si è preparati a vivere le richieste di intimità, da parte di un uomo che siede su una  sedia con due ruote e magari pensano che dietro alla loro richiesta di essere abbracciati, o di guardare una donna  nuda, si possa nascondere la malizia di chi voglia andare oltre! Questa preoccupazione può essere superata se viene presa in considerazione la richiesta di un uomo che solo  anagraficamente ha 40 anni perchè in realtà lui ha l’esperienza di un adolescente che ha la curiosità e il desiderio di esplorare il corpo femminile.

Come avete avuto modo di leggere, lui richiede solo un’esperienza sensoriale che ogni volta, pur manifestandola con sensibilità e rispetto, viene fraintesa perché purtroppo non tutti sanno che un uomo alla soglia dei 40 anni è un adolescente nel corpo di un adulto: e come  ogni approccio adolescenziale, non si cerca sesso ma intimità e contatto.

Come anticipavo, nella maggioranza dei casi, chi mi contatta ha vissuto in contesti familiari in cui i genitori negano ai loro figli esperienze per paura che soffrano e, paradossalmente il  loro eccesso di protezione causa una ferita profonda che da  origine ad una prima discriminazione, la prima di una lunga serie, perché questi figli, soprattutto se affetti da disabilità congenite, crescono senza poter vivere come tutti gli altri bambini, giochi ed esperienze che iniziano  proprio alla scuola materna o fra i banchi di scuola.

I Genitori li trattano quasi sempre, come se fossero piccoli, e incapaci, spesso asessuati, privandoli di esperienze normali perché sono i primi a pensare che al mondo non ci sarà mai nessuno che possa stimarli, ammirarli e amarli per come sono.

Negando loro le relazioni sociali, sentimentali e sessuali, si ritrovano ad avere figli “cresciuti” solo fisicamente e anagraficamente, che non hanno raggiunto una piena maturità affettiva, dando luogo a quello che io  definisco analfabetismo affettivo e sessuale. Questo è l’Handicap più grave da superare! Ecco perché le pari opportunità di interazione affettive-sessuali, dovrebbero cominciare fin da piccoli e poi durante l’adolescenza, senza fare alcuna discriminazione rispetto a chi ha gli strumenti per fare da sé, in autonomia.

A mio avviso non si può dare la responsabilità di questo diritto negato solo alle Istituzioni se, i primi ostacoli e le prime barriere, si trovano dentro casa!

Con questa affermazione non è mia intenzione puntare il dito contro i genitori, sono dalla loro parte, (ci tengo a precisarlo) perché comprendo quanto sia difficile dover affrontare un argomento Tabù connesso alla sfera amorosa ed erotica. Ma ho il dovere di informare e sensibilizzare con questo articolo, non solo i genitori, ma  i familiari più stretti che,  nella maggioranza dei casi, gli handicap o le malattie degenerative, non ostacolano affatto il desiderio primordiale di amare e di essere amati.

Per questo vorrei invitare famiglie e care giver di non considerare le persone solo nel loro “Handicap” e soprattutto di non coltivare atteggiamenti disfattisti e di rinuncia perché il mondo è pieno di persone che, nonostante le gravi menomazioni fisiche, con le quali convivono riescono a fare ciò che noi crediamo impossibile!

La foto messa in evidenza, con la bimba che mangia grazie al suo piedino, non ha bisogno di aggiungere altro. Ne avevo parlato in modo più approfondito nell’articolo “Una persona Disabile è una Ferrari, con la carrozzeria ammaccata”

Togliere la speranza ai propri figli che fuori dal nucleo familiare ristretto, non si ha la possibilità di essere amati, perchè si è convinti che al massimo riceveranno pietismo e commiserazione, per il loro aspetto fisico, è una tortura orribile. Una tortura invisibile che lascia cicatrici nella Mente nell’Anima e nello Spirito: cresceranno pensando di essere brutti, senza valore, indegni di ricevere attenzioni ed espressioni amorevoli se non dai propri genitori e dai parenti più vicini.

Pensare di essere dei “mostri” a causa del proprio aspetto fisico, o per le difficoltà cognitive, non farà sviluppare autostima e fiducia in se stessi. Vivere una vita con il peso di una malattia, aggravato dal sentirsi inadeguati, indegni di qualsiasi attenzione, se non per pietà e compassione, lo trovo inaccettabile. Mi auguro pertanto che queste parole possano  giungere ai lettori che hanno  figli con disabilità: la malattia, qualunque essa sia non ha alcuna responsabilità: sono i gesti e le parole delle persone che feriscono e mortificano l’Anima. Una bambina o un bambino che cresce intuendo che non merita amore se non dai genitori, è angosciante. Vi invito a riflettere con quale frustrazione e senso di impotenza potranno crescere i vostri figli, sapendo che un giorno resteranno soli, e senza amore, quando voi non ci sarete più.

Come potranno sopravvivere se avranno coltivato questa terribile convinzione?

Non sono una psicoterapeuta, ma l’ esperienza decennale mi ha confermato che le ferite interiori, connesse al non sentirsi meritevoli di amore, di non avere il diritto di esistere, al male di vivere e alla paura dell’abbandono, sono già molto comuni, a prescindere dalla disabilità, quindi impegniamoci ad offrire opportunità, esperienze tali da superare le paure connesse al desiderio di protezione e riconoscere le risorse e le potenzialità dei figli, perchè vi posso garantire che gli  “Handicap invisibili” sono molto più debilitanti.

Un Abbraccio Cosmico

AnnA❣