Dopo il secondo incontro, sento che il movimento del mio andare, del mio fare e del mio pensiero cercano di lavorare insieme e di collaborare al benessere del mio esistere. Quando il mio cammino si fa pesante e mi sento affaticata, le mie mani provano a recuperare il piacere di un fare creativo e benefico (dal colorare insieme alle bambine con concentrazione, al giardinaggio con la gioia di toccare la terra, alle carezze e agli sfioramenti sui corpi delle mie figlie) e quando anch'esse mi risultano dolenti e stanche allora il mio pensiero si ferma sugli alberi, sul mattino appena cominciato, sul silenzio della campagna e suoi suoni della natura. E allora sento che tutto fluisce, tutto scorre, in un lento ma percepibile moto vitale. Sento che posso stare nella vivacità del caos della mia famiglia tenendo dentro tutto il silenzio di cui abbisogno per continuare questo viaggio con le mani sul ventre di vita. Tutto può stare, tutto ritorna alla vita. Come un funambolo posso stare in equilibrio e godere di tutto ciò che ho, che vedo, che sento, che percepisco: dei miei passi, dei miei movimenti, dei miei pensieri. Grazie
