Il 3 dicembre è stata la “Giornata Internazionale delle persone Disabili” e l’11 Febbraio quella del Malato. Vorrei offrire il mio contributo, anche se in ritardo. Un Tema come la Disabilità e la Malattia, sono temi importanti, quindi non è mai troppo tardi, per scrivere un articolo, e soprattutto spero, per leggerlo.

Mi occupo di persone con disabilità dal 2018  e, ho avuto modo di scoprire che le famiglie non ricevono un supporto assistenziale adeguato in termini di sostegno economico e per tutto ciò che riguarda l’assistenza sessuale. In un Mondo migliore, ogni Paese che si definisce  “sviluppato” dovrebbe offrire a “tutti” i suoi cittadini uguaglianza e pari opportunità, e fra i “diritti inviolabili” dovrebbe garantire:

  • Diritto alla Vita
  • Libertà economica
  • Libertà di pensiero
  • Integrità personale
  • Libertà di matrimonio

Ogni cittadino dal canto suo, dovrebbe partecipare in modo solidale alla vita politica economica e culturale della società.

Questo viene riportato anche dall’ l’articolo 2 della Costituzione Italiana.

Inoltre l’articolo 3 della Costituzione tutela ogni cittadino, che considera uguale e con pari dignità a prescindere dalla condizione personale e sociale, senza fare distinzione alcuna.

E, per chi non lo sapesse, abbiamo anche l’articolo 4 della nostra Costituzione, che prevede il diritto al lavoro.

Non un lavoro qualsiasi, ma un’attività lavorativa che possa favorire il “Progresso materiale e Spirituale” della Società.

Con questo articolo oggi è mia intenzione divulgare e informare correttamente quali sono i Diritti e i Doveri che ogni cittadino ha, a prescindere dalla Disabilità. Suppongo possa essere un ottimo punto di partenza.

La Legge di certo non riesce sempre ad assicurare ciò che è stato già scritto, e che vale non solo per chi è coinvolto nella disabilità e, il Parlamento sembra avere sempre altre priorità rispetto al promuovere Leggi che garantiscano diritti e pari opportunità.

Ma sappiate che negli ultimi decenni, molti aspetti che riguardano i Diritti civili e penali delle persone con disabilità sono stati tutelati. Oggi, rispetto al passato una persona con Handicap può frequentare la Scuola Pubblica, avere un insegnante di sostegno e, se ha la fortuna di avere genitori che si preoccupano di tutelare e garantire il suo diritto all’amore, quando si innamora, in piena libertà, delle sue capacità mentali, può esercitare la sua autodeterminazione per ciò che riguarda la sfera affettiva e sessuale.

Dal 1985 si parla di Diritto alla sessualità dopo la Sentenza del 24 maggio 1985, n. 161 (Gazzetta ufficiale 5 giugno 1985, n. 131 bis)

La Corte di Cassazione ha modificato nel Codice penale l’Art. 609 bis co. 2 n.1. delineando alcuni punti fermi per individuare quando si induce qualcuno in condizione di inferiorità a subire abusi e violenze sessuali.

Pensate che fino al 2015 la violenza sessuale nei confronti delle persone con disabilità sia fisiche, che psichiche non veniva considerato un reato!

Inoltre, alcune sentenze fra cui quella del Giudice Giuseppe Buffone nel Tribunale di Milano, condividendo i rilievi di altri Giudici di merito, ha ricordato che, dalla riforma del
1996, lo Stato Italiano riconosce il Diritto all’affettività e alla sessualità anche alle persone affette da minorazione fisica o psichica (Tribunale di Brescia, ordinanza 17 febbraio 2010).

Attualmente la Legislazione fa riferimento alla Convenzione ONU sui Diritti delle persone disabili tenuta a New York il 13 Dicembre 2006 e ratificata dall’Italia per effetto degli articoli 12 della Legge 3/03/2009 n.18

Il trattato in questione riconosce espressamente l’importanza per le persone con disabilità a vivere la loro Indipendenza individuale compresa la libertà di compiere libere scelte che riguardano la sfera affettiva e sessuale; tuttavia non è sempre così. Ancora oggi l’indipendenza economica e la garanzia di assistenza non è per tutti e, se proseguite nella lettura avrete modo di leggere due delle tante testimonianze, che vi faranno comprendere quanto sia difficile parlare di sessualità.

Con il decreto del Presidente della Repubblica il 24 luglio 1996 n. 503 per eliminare le barriere architettoniche negli edifici spazi e servizi pubblici, è stato compiuto un passo avanti in termini di integrazione e inclusione sociale, ma ci sarebbe ancora tantissimo da fare.

E dopo aver dato informazioni che riguardano l’aspetto legale, adesso vi descrivo la situazione relazionale. Crescono con genitori, familiari, amici, insegnanti, che associano ad essi, problemi e disagi per ogni situazione, dalla difficoltà di cercare una Toilette accessibile, alla scelta di dove andare a mangiare una pizza che abbia parcheggio e assenza di gradini.

Rispetto a chi non si pone questi problemi per andare in giro dove e come vuole, è difficile crescere quando si viene considerati un problema e non una risorsa! Già… perché effettivamente è naturale associare a quel figlo/a con disabilità il “problema” di come spostarsi, di come organizzare un giorno intero fuori casa, di come risolvere la “pipì” se non c’è un bagno accessibile o come conciliare la sua istruzione e l’eventuale ospedalizzazione.

Diventa così un grande problema l’integrazione con i coetanei, lasciarli a casa da soli, è un problema economico sostenere le loro attività (che richiedono sempre un un’accompagnatore), ed è un problema affrontare la loro educazione sentimentale e sessuale. Potrei proseguire la lista dei problemi, dei disagi, dei diritti negati, ma il messaggio è arrivato, perché è evidente che tutto è più difficile quando si cresce dando importanza alle proprie limitazioni e non si sviluppano invece, le proprie risorse.

Naturalmente non è per tutti così. Ma se potessi fare una piccola statistica delle persone che mi hanno scritto per raccontarmi la loro storia, direi che 8 persone su 10 ha vissuto e vive situazioni come questa che vi farò leggere attraverso questi screenshot.👇

Il vero dramma per molte persone disabili non è la Disabilità ma il fatto che vengano considerati sempre piccoli…mai abbastanza grandi per amare ed essere amati.

Luigi Zappa, che viene menzionato in questo ultimo “messaggio”, è il mio Assistito, che dopo aver ricevuto per la prima volta a 53 anni, un Massaggio ha rilasciato una testimonianza che ho pubblicato sul mio Canale YouTube. Luigi è il Testimonial ufficiale del Primo P.a.s.s.o, ovvero il Percorso di Assistenza Sessuale Olistica, ideato da me nel 2019.

Dalle parole di questo ragazzo che ha letto l’articolo sul mio Blog, e guardato i video, si evince il suo bisogno struggente di poter fare anche lui questa esperienza e poter vivere l’intimità con una donna che lo accoglie e gli fa sperimentare il tocco amorevole delle mani che massaggiano il suo corpo.

Per un maggior approfondimento vi suggerisco di leggere questi due articoli.

  1. ASSISTENZA SESSUALE OLISTICA
  2. LA PRIMA VOLTA DI LUIGI

Il Primo P.A.S.S.O è il primo percorso di Assistenza sessuale in Italia che non è mirato ad offrire un esperienza del Massaggio finalizzata al piacere orgasmico, ma offre l’opportunità di vivere un momento di accoglienza e di ascolto per sperimentare l’intimità,  prima ancora che la sessualità.

Vuole offrire una strada da intraprendere affinché si possa trascendere l’aspetto fisico e riuscire a “dimenticare la Disabilità” nella quale in molti si identificano.

Il “Primo Passo” potrà essere intrapreso sia individualmente che in gruppo presso il mio Studio Olistico a Ferrara oppure presso il centro olistico “La culla del Risveglio” a Roma.

Il Primo Passo è per vedersi oltre l’handicap. Per sentirsi uomini e donne che hanno gli stessi diritti a vivere la corporeità allo stesso modo di chi può camminare senza l’ausilio di una sedia con le ruote.

A fine articolo troverete un video che riporta la testimonianza di Luigi Zappa, il giorno in cui ha fatto il suo “Primo Passo”. Vi ringrazio per avermi seguita e sperando di avervi fornito informazioni e spunti di riflessione vi saluto con un Abbraccio Cosmico.

AnnA❣